Questa sono io by Lodovica Cima & Annalisa Strada

Questa sono io by Lodovica Cima & Annalisa Strada

autore:Lodovica Cima & Annalisa Strada [Cima, Lodovica & Strada, Annalisa]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: General, Nella vita di Viola, che forse si è perfino accorto di lei. Ma allora da dove viene la brutta sensazione di essere invisibile? Di non contare mai abbastanza? Viola capisce che se vuole scrollarsela di dosso, Juvenile Fiction, Self-Esteem & Self-Reliance, gli amici, bello e un po’ scontroso, suo padre è ancora più assente. Non hanno mai vissuto come una vera famiglia, tutto sembra tranquillo: la scuola, Marriage & Divorce, una nonna che pensa a tutto, Juvenile Nonfiction, Viola si mette sulle tracce della verità. Quando scoprirà il segreto dei suoi genitori – un segreto molto difficile da digerire – saprà scegliere che cosa fare?, deve affrontare la realtà: sua madre non c’è quasi mai, perché? Con l’aiuto di Arianna, i programmi e le risate con la migliore amica Arianna. C’è anche Michele, Social Topics, Family, tredici anni
ISBN: 9788880338222
Google: ACcAoQEACAAJ
editore: Il Castoro
pubblicato: 2014-10-15T04:29:18+00:00


15

La lotteria dei genitori

Il sole stava tramontando e le ombre si allungavano prepotenti. Era l’ora in cui si può provare sollievo per una giornata faticosa che si va concludendo e felicità all’idea del ritorno a casa di tutta la famiglia, oppure sentire una fitta più acuta di tristezza, come se i raggi del sole fossero aghi e le anime più tenere un puntaspilli.

Viola e Arianna se ne stavano in silenzio, fianco a fianco, sul dondolo del giardino di Arianna. Il profumo delle rose appena schiuse era dolce come zucchero vanigliato. L’idea di passare un weekend al Crotto del Pino con gli altri piaceva a tutte e due. Nessuno però le aveva invitate direttamente. Nessuna delle due sapeva se ritenersi del gruppo o meno. Bisognava aspettare.

Viola era combattuta tra troppe idee. Con Arianna aveva speso il pomeriggio a fare e disfare progetti, non avevano parlato di molto altro, e combinato ancora meno. Mancava poco all’ora in cui Viola avrebbe dovuto rincasare. Di sicuro la nonna era già ai fornelli: fettine di vitello e patate, sicuro come il porto di una nave, prevedibile come il giudizio della prof di italiano.

Proprio mentre stava per alzarsi dai cuscini soffici del dondolo cigolante, Viola posò un piede per terra per bloccare il dondolio e si voltò verso Arianna. Parlò come stesse sputando il famoso rospo: «Perché non mi hai mai detto prima di essere figlia adottiva?».

Arianna sbatté le palpebre un paio di volte, quasi avesse bisogno di mettere a fuoco la domanda. Poi abbassò lo sguardo e lo rialzò quando il rossore si stava dileguando dalle guance. «Perché non mi piace dirlo.»

Viola assaporò il silenzio che seguì, fino a che Arianna non tornò a romperlo: «Anzi, pensa un po’, sei la prima a cui lo dico. Meglio: sei l’unica alla quale avrei mai potuto confessarlo».

«Non c’è niente di male a essere stati adottati», precisò Viola risollevando il piede da terra e tornando a farsi cullare dal movimento stridente delle molle arrugginite.

«Non l’ho mai pensato. Però, sai, è comodo quando nessuno lo sa e nemmeno lo immagina. Se avessi un colore diverso da quello dei miei genitori, magari non dovrei nemmeno spiegarlo perché si capirebbe a prima vista. È incredibile quante persone si siano sprecate a trovare somiglianze inesistenti tra me e mamma o tra me e papà o tra me e parenti più o meno vicini.» E Arianna imitò le voci di gente che esclamava: «Hai il naso della zia, hai preso proprio gli occhi della nonna, la fronte è di uno e il mento di quell’altro... e via con baggianate simili! La gente vede quello che vuole vedere».

«In effetti», approvò Viola, «io non ho mai sospettato nulla...». E lasciò la frase in sospeso, incerta se sentirsi colpevole per quella che poteva essere considerata una trascuratezza nei confronti della propria amica.

Arianna diede una spinta decisa e continuò a inseguire il filo dei suoi pensieri: «Dire che sono stata adottata significa scatenare una ridda di domande alle quali poi bisogna fare la fatica di rispondere. Guarda, ho molto apprezzato che tu non mi abbia bersagliato prima di interrogativi».



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